Gazzetta del Mezzogiorno del 28 dicembre 2024

Con la collaborazione degli autori, mettiamo a disposizione a distanza di oltre trent’anni la raccolta dei contributi di studi sul Gurgo di Andria, che si devono a diversi autori impegnati, nei primi anni ’90, nel divulgare la “riscoperta” di questo bene paesaggistico e storico della Murgia andriese. Allora era sconosciuto a gran parte dei cittadini e, quel che è peggio, abbandonato al degrado e all’illegalità si stava trasformando in una discarica abusiva. La presa di coscienza dei suoi valori naturalistici e culturali ha portato ad una sua fruizione, sebbene discontinua, il cui potenziale forse non è ancora del tutto compreso. Oggi il Gurgo risalta nei cataloghi del patrimonio geologico e del patrimonio speleologico della Puglia istituiti con la Legge Regionale n. 33 del 4 dicembre 2009 (“Tutela e valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico”), sia per avere i requisiti di geosito, sia per la presenza di ben nove grotte, alcune delle quali utilizzate in passato come luoghi di culto del vicino villaggio di Trimoggia, uno degli insediamenti che costituivano l’abitato di Andria prima dell’anno mille.
Questa riproposizione del lavoro in forma digitale non è la prima, in quanto già è stato ripubblicato in rete (in formato html), e quindi va solo ad aggiungersi con un ulteriore formato (quello di pdf), a favore della diffusione della conoscenza. A beneficio della correttezza, inoltre, dobbiamo precisare che si tratta di risultati di studi prodotti nel 1993 e che, pertanto, possono risentire degli anni passati, come anche dell’accresciuta competenza degli autori che potrebbe farli vedere come lavori giovanili, migliorabili col “senno di poi”. D’altra parte, sebbene qualche aspetto sarebbe oggi curato meglio per la maggiore esperienza degli autori, o affrontato diversamente nell’indagine o nella trattazione, visti retrospettivamente questi capitoli ripropongono la freschezza e l’entusiasmo di scoprire, indagare e condividere, che sono aspetti intramontabili per lavori di questo tipo, e per i quali oggi nuovamente ringraziamo gli autori, le associazioni (WWF sezione di Andria e Gruppo Speleologico Ruvese) e il Comune di Andria che sostenne l’iniziativa della divulgazione.
La Sezione Puglia della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA-APS).
Questa riproposizione del lavoro in forma digitale non è la prima, in quanto già è stato ripubblicato in rete (in formato html), e quindi va solo ad aggiungersi con un ulteriore formato (quello di pdf), a favore della diffusione della conoscenza. A beneficio della correttezza, inoltre, dobbiamo precisare che si tratta di risultati di studi prodotti nel 1993 e che, pertanto, possono risentire degli anni passati, come anche dell’accresciuta competenza degli autori che potrebbe farli vedere come lavori giovanili, migliorabili col “senno di poi”. D’altra parte, sebbene qualche aspetto sarebbe oggi curato meglio per la maggiore esperienza degli autori, o affrontato diversamente nell’indagine o nella trattazione, visti retrospettivamente questi capitoli ripropongono la freschezza e l’entusiasmo di scoprire, indagare e condividere, che sono aspetti intramontabili per lavori di questo tipo, e per i quali oggi nuovamente ringraziamo gli autori, le associazioni (WWF sezione di Andria e Gruppo Speleologico Ruvese) e il Comune di Andria che sostenne l’iniziativa della divulgazione.
La Sezione Puglia della Società Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA-APS).
Quotidiano di Puglia 5 marzo 2025

Gazzetta del Mezzogiorno (BAT) 7 marzo 2025
