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Aree protette e paesaggi

Scopo dell’Area Tematiche Aree protette e paesaggi

Le Aree Tematiche della SIGEA-APS hanno lo scopo di creare un confronto costruttivo e aggiornato tra i soci che hanno interessi in comune nell’ambito della geologia ambientale. I soci possono aderire a più aree tematiche e, nell’ambito delle stesse, proporre al coordinatore l’organizzazione di eventi (convegni, corsi, giornate di studio, pubblicazioni speciali, ecc) o altri tipi di approfondimenti.

Le aree tematiche hanno anche lo scopo di supportare le decisioni del Consiglio direttivo nazionale su specifici argomenti e di contribuire alla redazioni di documenti che possono essere sottoposti all’attenzione di altri associazioni, Enti e Istituzioni.

Attraverso le Aree Tematiche la Sigea vuole diffondere le buone partiche di informazione, formazione e coinvolgimento dei propri soci, mettendo a disposizione di tutti le esperienze acquisite da gruppi di soci esperti in particolari campi della geologia ambientale.

In particolare l’Aree Tematica Aree protette e paesaggi si propone come scopo la conservazione della Biodiversità e Gestione Sostenibile del Territorio sono perseguibili quando si ha una profonda conoscenza delle complesse interazioni tra ambiente fisico, biologico e socio-economico.

L’approccio ecosistemico alla pianificazione ambientale e territoriale raccoglie l’eredità di esperienze maturate nell’ambito dell’ecologia del paesaggio, dell’ecologia vegetale, della sinfitosociologia, della biologia della conservazione e della pianificazione territoriale degli ultimi anni. Un’integrazione culturale, scientifica e professionale che colloca al centro della pianificazione la biodiversità e il paesaggio con i cambiamenti dovuti alle attività umane.

Le Ecoregioni costituiscono il riferimento per la pianificazione paesaggistica e territoriale a diverse scale con il supporto dei GIS restituendo nuovi tematismi cartografici.

La Fitosociologia e l’Ecologia del Paesaggio sono gli strumenti ideali per un approccio “ecoregionale” e per implementare un nuovo modello biofisico.

Le Ecoregioni consentono di affrontare con efficacia il tema complesso dell’assetto ecosistemico nella pianificazione di area vasta.

Utilizzare i criteri ecoregionali (omogeneità fisico-biologica) ed ecosistemici (modelli integrati funzionalmente e strutturalmente) per la pianificazione territoriale e paesaggistica comporta rivedere i tradizionali e consolidati paradigmi di studio e di gestione del territorio. Significa affrontare e risolvere la conversione urbana che consuma ogni anno decine di migliaia di ettari di suolo e che pone sfide metodologiche alla pianificazione richiedendo il ricorso a riforme dell’economia territoriale e rurale ed innovativi criteri utilizzativi – dislocativi delle superfici.

Appare evidente la potenzialità dell’argomento per un rinnovato confronto sulla riforma dei processi di pianificazione.

Premesse dell’area tematica

L’approccio Ecoregionale è il migliore quadro di riferimento per una nuova stagione di indagini ambientali, valutazione delle risorse naturali e programmi di monitoraggio.

L’approccio Ecoregionale comporta l’elaborazione di iniziative per una nuova pianificazione che muove dallo stato e dalle potenzialità che ogni unità di territorio è in grado di esprimere, unità delimitate su base ecologica piuttosto che amministrativa.

La sezione nasce per avviare un dibattito sugli Ecosistemi a scala di Paesaggio, approfondendone lo studio delle funzioni e dei servizi.

La capacità di incidere dipenderà dall’apporto multidisciplinare di esperti negli ambiti della Geobotanica, Climatologia, Ecologia del Paesaggio, Economia Ambientale, GeoCartografia, Modellistica Ambientale, Legislazione Ambientale, ecc.

All’interno dell’approccio Ecoregionale le aree della Rete Natura 2000 necessitano di un’attenzione e una priorità finalizzata alla promozione e valorizzazione non derogabile alla luce dei nuovi indirizzi delineati nelle linee guida per la valorizzazione del Capitale Naturale delle Regioni.

Concordiamo con Rossano Pazzagli che il Paesaggio non è il panorama, cioè non è soltanto quello che si vede. Per questo è in grado di suscitare, più di ogni altra risorsa, il coinvolgimento del viaggiatore nella dinamica emozionale che favorisce il radicamento dell’esperienza turistica a livello individuale e collettivo. Per questo è stato indicato come una risorsa apicale, nel senso che comprende tutte le altre, raccontando i luoghi e alimentando l’immaginario.

Il Paesaggio è piuttosto un insieme di relazioni e funzioni che parlano della formazione del territorio, cioè del lungo e incessante processo attraverso il quale natura e uomo, interagendo tra di loro, hanno trasformato la spazio naturale in qualcosa di più evoluto e organizzato, che noi chiamiamo, appunto, territorio. Il paesaggio racconta soprattutto le trasformazioni ambientali e storiche, da quelle più lontane a quelle recenti, diventando, nel bene e nel male, la fisionomia parlante del cambiamento di un luogo, di un’area, di una regione. La problematica del cambiamento ci spinge a guardare al paesaggio in una logica evolutiva, oscillante tra conservazione e trasformazione, tra passato e futuro. Così il paesaggio diviene, infine, lo specchio in cui ritrovare noi stessi, il nostro mondo, la nostra società; non è un caso che Emilio Sereni, il più importante storico del paesaggio agrario italiano, lo definisse molti anni fa come “il farsi di una certa società in un certo territorio”. Quindi il paesaggio assume anche il valore di strumento col quale intuire le vocazioni autentiche e immaginare le potenzialità del territorio che stiamo osservando o vivendo.

Oltrepassando la semplice dimensione estetica del panorama, il Paesaggio ci invita pertanto a vedere, piuttosto che a guardare. Così il paesaggio diventa un potente attrattore primario del turismo, ma anche un valido e indispensabile supporto a tutte le altre risorse che a vario modo sono inserite, alimentate o addirittura prodotte dal paesaggio: si pensi in primo luogo al rapporto tra le risorse enogastronomiche e il paesaggio agrario, all’incidenza dell’elemento paesaggistico sull’agriturismo o a quello tra il turismo ambientale e i paesaggi forestali o palustri.

Ci sono molti Paesaggi: quello urbano, quello rurale, quello naturale (limitato ormai a pochi fazzoletti di mondo), paesaggi che a loro volto possiamo scomporre in tante altre tipologie: paesaggi dell’acqua, della carne, dell’industria, dei metalli, costieri, montani… Possiamo osservarli da lontano o da vicino, dall’alto o da un punto panoramico. Ma la cosa più attraente è l’immersione, vivere un paesaggio per carpirne i significati, i suoni e gli odori; per beneficiare della sua forza evocativa, che ci rimanda non solo alla bellezza intrinseca, ma anche all’indole dei suoi abitanti, delle comunità che vi sono insediate e che hanno contribuito a farlo diventare così come noi lo vediamo.

Il paesaggio è il frutto della storia e della natura, cioè del rapporto problematico e fecondo tra ecosistemi e attività umane. Costruito dunque anche dall’uomo, che a sua volta ne è in qualche misura plasmato, come se esistesse una sorta di equazione tra bellezza del paesaggio e qualità umana e sociale. Quando, all’inizio dell’Ottocento il granduca di Toscana Leopoldo II, volendo conoscere di persona la regione che doveva governare, si recò verso la Maremma, incontrò “amene colline” e un territorio “ampio ricco e ferace, ove la terra molle, lieta e lusinghiera simili a sé li abitator produce”.  Il paesaggio è generato dalle forze naturali e umane, ma a sua volta diviene generatore di attitudini, di modi di essere, di bellezza e di altri sentimenti.

Il Paesaggio è un mosaico. Sia quello urbano che quelle rurale sono composti da infinite e multiformi tessere, più o meno fitte, che mutano col tempo come in un caleidoscopio; a volte nel tempo lungo della storia o in quello lunghissimo delle ere geologiche, a volte più repentinamente nel tempo breve del presente, come sta avvenendo nell’antropocene. Nella nostra era il mosaico tende a scomparire e a uniformarsi, perché il paesaggio è andato incontro, per cause diverse, a fenomeni di semplificazione, di omologazione e talvolta di banalizzazione. Si pensi al paesaggio agrario italiano, che in pianura ha conosciuto processi di specializzazione e intensificazione colturale, mentre in collina e in montagna ha dovuto subire l’abbandono e lo spopolamento: fenomeni opposti, epperò convergenti nel determinare una semplificazione della varietà paesaggistica. Eppure, il mosaico resiste e può essere considerato la più pervasiva delle risorse che attraggono il turismo, specialmente quello sostenibile e consapevole.

Il paesaggio è come un’opera d’arte, vivente e mutevole, è un insieme di segni che la natura e la storia hanno depositato nel tempo: da una casa colonica a una stradina di campagna contornata da filari di alberi, dal reticolo più o meno regolare dei campi ai pascoli e ai boschi, dalle rocce alpestri ai calanchi collinari, ai fiumi e ai laghi… così, tutto questo diventa patrimonio, al pari dei beni culturali e ambientali. Non è un caso che in Italia l’articolo 9 della Costituzione preveda tra i compiti principali della Repubblica la “tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione” e che la principale legge attuativa di questo principio si chiami “Codice dei beni culturali e del paesaggio”. “Patrimonio” vuol dire qualcosa che vale, per noi e per le generazioni future. Ne consegue che la cura del paesaggio e il governo ragionato delle sue trasformazioni costituiscono una condizione indispensabile per il successo duraturo delle diverse destinazioni turistiche.

Obiettivi

Promuovere e supportare iniziative del tipo:

  • collaborazioni e alleanze nuove per dare risposte ai problemi ambientali
  • sensibilizzazione del mondo accademico e della ricerca applicata
  • attivazione di percorsi formativi innovativi
  • formazione di nuove competenze professionali
  • promozione di task force multidisciplinare di esperti
  • campagne d’informazione ed educazione ambientale

I superiori obiettivi sono stati esplicitati in occasione della nascita dell’Area Tematica AREE PROTETTE E PAESAGGI.

Attività svolte

  • Con riferimento al primo punto degli obiettivi sono state attivate occasioni di incontro e confronto tra mondo della ricerca e mondo della politica, nello specifico rappresentanti comunali e regionali, finalizzati a verificare la fattibilità di percorsi innovativi soprattutto sui temi propri legate alle aree protette, al capitale naturale e all’approccio eco regionale.
  • Con riferimento al secondo punto degli obiettivi sono stati curati aggiornamenti professionali su temi ecologici e di valutazione ambientale con il supporto di professionisti qualificati e ricercatori del mondo accademico 3. Con riferimento al terzo punto degli obiettivi in collaborazione con il Dipartimento di Matematica e Informatica, nella persona della prof. A. Ragusa, Ordinario di Analisi Matematica, e con il Prof. G. Mussumeci, presidente della Laurea Magistrale in Ingegneria Ambientale, entrambi dell’Ateneo catanese, si stanno studiando dei percorsi in modellistica e geomatica ambientale finalizzati alla valorizzazione dei dati da piattaforma satellitare di ultima generazione (es. Progetto Copernicus)
  • Con riferimento al quarto punto degli obiettividopo una fase sperimentale in collaborazione con l’IRSSAT e gli atenei siciliani si sta valutando di rendere sistemico il processo di formazione di nuove competenze professionali in collaborazione con gli ordini professionali e valorizzando la piattaforma informatica 5. Con riferimento al quinto punto degli obiettivi muovendo dalla problematica della desertificazione, problema particolarmente sentito in Sicilia e, in misura significativa, nel resto d’Italia, si è riusciti a dare il proprio contributo di sensibilizzazione alla regione Sicilia intesa come laboratorio di riferimento a dotarsi nella seconda metà del 2019 di un comitato scientifico e, a sua volta, collaborare a promuovere un movimento di attenzione ai temi della vulnerabilità e sensibilità ambientale di una regione simbolo affinché si dotasse anche di una Consulta Ambientale innovativa in quanto articolata in un’Assise di portatori d’interesse ed un’Assise scientifica.
  • Con riferimento all’ ultimo punto degli obiettivi sono state realizzate varie campagne di informazione ed educazione ambientale con la collaborazione dell’IRSSAT, di ordini professionali (ingegneri, architetti, geologici, agro-forestali, geometri), associazioniambientalistiche (Marevivo, Fareverde, Abiente e/è Vita, Ramarro Sicilia, …) ed Enti quali il Comune di Floresta ed il Parco Regionale dei Monti Nebrodi
  • Scuola di Paesaggio «Emilio Sereni» 2023 – XV edizione SIGEA-APS presente con il Presidente della Sezione Sicilia Prof. Vincenzo Piccione e il Coordinatore dell'Area Tematica Aree Protette e Paesaggi Ing.Francesco Cancellieri link al video: https://youtu.be/C476NBghn6c?feature=shared
  • L’Istituto Alcide Cervi è stato riconosciuto Custode della Macchia Mediterranea link: https://www.istitutocervi.it/cervi-custode-macchia-mediterranea/

Programmazione

  1. Promuovere studi e ricerche applicate per definire le caratteristiche di vulnerabilità, criticità e potenzialità dei sistemi naturali ed antropici (capitali naturali e antropici) del territorio. Elaborare criteri e soglie d’uso nei limiti della sostenibilità territoriale e ambientale perseguendo il concetto di “bilancio urbanistico zero”. Perseguire il saldo tra nuove previsioni di artificializzazione e consumo delle superfici territoriali e impegnarsi a conseguire una restituzione di parti equivalenti almeno ad uno status semi-naturale.
  2. Promuovere l’implementazione da parte delle Regioni, delle Province e dei Comuni di SIT sulla qualità ecosistemica dei territori finalizzata a restituire informazioni georiferitemultiscala e multitemporale.
  3. Proporre linee guida su come classificare pSIC, SIC e ZSC e ZPS, a pieno titolo aree afferenti al sistema delle aree naturali protette, quali beni paesaggistici che devono dialogare con gli strumenti di Pianificazione Paesaggistica delle Regioni.
  4. Ai fini del corretto governo del territorio sensibilizzare le regioni a dotarsi di figure professionali di profilo ecologico nei gruppi tecnici incaricati dell’elaborazione degli strumenti urbanistici.
  5. Supportare le Regioni a dotarsi di un SIT dedicato al supporto delle azioni per la biodiversità, dotandolo di strati tematici floristico-vegetazionali, faunistici e habitat di interesse conservazionistico. In grado di consentire elaborazione di modelli integrati del livello di perdita di funzioni ecologiche e vulnerabilità ambientale, e in grado di interfacciare le reti infrastrutturali (componenti viarie, flussi di traffico, etc.).

Coordinatore Nazionale

Francesco Cancellieri
areeprotette@sigeaweb.it

tel. +39 347 5870 723
Note sul coordinatore

Ing. Francesco Cancellieri (iscritto all’OIM dal 16 luglio 1987) , Presidente dell’AssoCEA Messina APS prof. Francesco Furnari (già CEA Messina onlus) – Centro di Educazione Ambientale, coordina progetti di Educazione Ambientale. Ricopre numerose cariche di esperto su temi ambientali per enti pubblici e privati. Coordina e riveste incarichi in vari comitati Regionali e Nazionali impegnati sui temi della Sostenibilità Ambientale. Già Vice Presidente della Sezione Sicilia di SIGEA-APS per due mandati (Presidenti B. Privitera, E. Doria e G. Randazzo). Componente del Comitato Scientifico della Rivista di SIGEA-APS “Geologia dell’Ambiente”.

Per aderire o proporre un evento

Per aderire all’Area tematica o proporre un evento scrivere a areeprotette@sigeaweb.it

Referenti regionali

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Campania – Molise

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Friuli-V.G. – Trentino A.A. – Veneto

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