
a cura di Giacomo Milazzo

Osservando la Terra dallo spazio non è difficile individuare parti della sua superficie che presentano caratteristiche morfologiche diverse dalla media. Le grandi catene montuose, ad esempio, con il loro aspetto, increspato e sollevato rispetto alle circostanti aree di pianura e costrette in aree tutto sommato non molto larghe rispetto al resto delle aree continentali, e ancora, le grandi depressioni dovute al lento incedere di fiumi o ghiacciai che nel corso del tempo geologico hanno scavato e rimodellato i paesaggi e, sotto migliaia di metri d’acqua, le grandi dorsali oceaniche o gli abissi più profondi.
Ma una di queste aree, le cui caratteristiche geomorfologiche saltano all’occhio, è al vertice di quell’area del pianeta individuata dal Mar Rosso, dal Golfo di Aden e dalla grande depressione africana nota come Great Rift Valley, inserita nel più ampio contesto della Depressione dell’Afar o Triangolo dell’Afar, di cui la Dancalia, geologicamente parlando, con la sua unicità di fenomeni, fa parte. Per accedere a questa regione si deve scendere, dagli oltre 2000 metri dell’altopiano etiopico, ad una depressione che, pur se asciutta, giace in buona parte al di sotto del livello del mare.
Geograficamente, soprattutto e per motivi storici per gli italiani, Afar e Dancalia sono la stessa cosa: per motivi storico-linguistici hanno assunto diversi nomi a seconda del modo con cui le popolazioni locali venivano designate da parte di altri, come ad esempio dagli arabi, tant’è che si trova descritta come depressione della Dancalia o depressione di Afar o triangolo di Afar; ma geologicamente la parte settentrionale, oggetto principale delle ricerche dell’Autore, è ben distinta.
Complessivamente è questa una parte della Terra dove sorgono gigantesche fratture della crosta terrestre dovute all’allontanamento reciproco delle coppie di lati che esse delimitano, laddove sta nascendo un oceano e dove possibile individuare tre fasi distinte e consecutive dei processi che portano alla sua formazione.
La regione orientale del continente africano, compresa tra la penisola arabica e l’intero Corno d’Africa, fino al 20° parallelo circa, all’altezza del Madagascar, è importantissima dal punto di vista geologico, perché vi si trovano alcune tra le più importanti fratture litosferiche (i cosiddetti rift) del pianeta: le depressioni della Great Rift Valley africana, dal Mozambico e dallo Zambia verso nord, fino all’Etiopia, a costituire un sistema di rift continentali, nei quali l’apertura della litosfera è appena all’inizio; il Mar Rosso, dove la transizione da rift continentale ad oceanico è tuttora in atto; il Golfo di Aden, parte settentrionale di una dorsale dell’Oceano Indiano, è già invece nello stadio di rift precursore del tipo oceanico. Queste tre strutture, rappresentano l’evoluzione strutturale e cronologica dei rift: il Golfo di Aden si è evoluto da un rift come quello del Mar Rosso e quest’ultimo evolve da un sistema di rift continentali simili a quello dell’Africa orientale. Ciò premesso, appare evidente l’importanza della conoscenza che deriva dallo studio di questa regione. Ci sono altre regioni del mondo che furono soggette ad uno stadio di rift, ma che ormai è solo un ricordo, un relitto di non facile osservazione; in tutta la regione Afar, e in particolare in Dancalia, è invece lì esposto, e ben visibile per centinaia di chilometri in tutti i suoi aspetti.
Una delle particolarità della Dancalia, indicata dal punto di vista geologico come un’area di vulcanismo intraplacca, è dovuta infatti alla risalita anomala di magma, che arriva in superficie riuscendo a frammentare e perforare, allontanandole, le porzioni di crosta che sono al centro. Quel che comunemente avviene sul fondo degli oceani a causa delle dorsali oceaniche, qui si manifesta sulla superficie terrestre, e tra le meraviglie di queste manifestazioni si annovera il lago di lava dell’Erta Ale. In definitiva, un vero e proprio laboratorio a cielo aperto, in grado di fornire informazioni preziose sui processi geologici e vulcanologici del passato, presenti e in divenire, oltre a confermare che c’è più meraviglia nel vero che nel fantastico.
L’Autore ha dedicato più di un quarto di secolo allo studio e all’esplorazione di questa regione, e sull’onda creativa delle sue precedenti pubblicazioni e di decine di esplorazioni in situ, con questo pregiato volume corona lo stato dell’arte, mettendo a disposizione una vera e propria guida indispensabile per appassionati così come per addetti ai lavori, nonché per chiunque voglia affrontare un viaggio alla scoperta delle meraviglie che questo luogo offre.
Libro di formato tascabile, adatto a chi voglia tenerlo a portata di mano, su robusta e preziosa carta patinata, arricchito splendidamente da sostanziosi contributi di geologia e vulcanologia, con dozzine di bellissime di fotografie a colori, note, schede informative, approfondimenti; non possono mancare dozzine di bellissime fotografie, spesso realizzate dall’Autore stesso, schemi, disegni, tabelle, tutto a colori, nonché pratici codici QR per approfondire con contenuti video o documentali disponibili sul Web. Insomma ce n’è per tutti, esperti e non, ed è con tutto questo che l’Autore ci accompagna in un viaggio affascinante alla scoperta della Dancalia, grazie ad un minuzioso lavoro di indagine e ricerca sempre sostenuto da una passione dovuta alla voglia di esplorazione e di scoperta o riscoperta, di particolari sempre diversi nel tempo e nello spazio.
Come già detto per gli italiani la regione dell’Afar è la Dancalia: per motivi soprattutto legati alla lunghissima storia di esplorazioni italiane di quella regione estendiamo il toponimo a tutto il triangolo dell’Afar; ma, dal punto di vista geologico, sono due cose differenti, come ottimamente spiegato nel corso della lettura. La pericolosa e sconosciuta Dancalia dei secoli XIX e XX è ancora oggi poco conosciuta: una landa estrema, con temperature tra le più alte al mondo, dove è difficile muoversi e che da sempre incute timore per il duro carattere dei Dancali, a riflettere il duro ambiente dove solo loro hanno la forza di vivere. Una regione dove geologia e vulcanologia la fanno da padroni, stravolgendo le placche continentali, fratturandole, allontanandole, creando nuove rocce, per dare inizio ad un inarrestabile processo di apertura, un oceano in formazione a cielo aperto, eventi e visioni uniche sulla Terra. Ad eccezione dei periodi di guerra, per circa 30 anni, l’Autore è stato sia nella Dancalia etiopica che in quella gibutina ogni inverno, quasi ogni anno, un po’ meno in quella eritrea. Il sogno di ogni geologo forse: ogni volta scoperte entusiasmanti su quanto si è studiato: in questo paese estremo, la geologia si esprime potente, plasmando in continuo il territorio. Tra tutti i contributi scientifici e divulgativi che l’Autore ha fornito grazie al minuzioso lavoro di ricerca questa guida, nel senso più ampio del termine, ne è il compimento. Nonostante la grande instabilità politica, con cui tutto cambiava velocemente, la geologia era un punto fermo da mettere in evidenza: praticamente immutabile. Ecco quindi realizzata questa guida sia divulgativa che evoluta, per addetti ai lavori, sulla geologia della Dancalia. In un bellissimo volume dal taglio editoriale e dai colori tipici delle migliori guide turistiche, sono state messe per iscritto tutte le conoscenze geologiche derivate dai grandi studi degli anni ’60-’70, dai loro aggiornamenti e integrati con la trentennale conoscenza sul campo dell’Autore. Nonostante la prospettiva di esigui guadagni dalla vendita di questa guida per pochi.
Questo è il primo volume di una serie di guide geologiche della neonata collana “Geoitinerari” (si veda la nota a fianco) della Società Geologica Italiana, forte anche della lunga tradizione italiana nell’esplorazione di questa regione. Il legame storico della Dancalia con gli studiosi di geologia italiani è lungo e continuativo, con ben cinque presidenti della Società Geologica Italiana tra gli esploratori di questa incredibile regione. Il linguaggio adottato è sì divulgativo ma evoluto, illustrando ed approfondendo anche concetti scientifici, con terminologia tecnica ma di volta in volta spiegandone con cura il significato, spesso grazie alla presenza di schede di approfondimento. Oltre alla ricchissima iconografia sono stati inseriti dei codice colore sulle pagine per individuare velocemente i vari capitoli.
La guida si articola con una prima parte introduttiva in cui sono sinteticamente illustrati i concetti principali di geologia e vulcanologia, l’inquadramento geologico e tettonico generale della regione Afar e la storia dell’esplorazione della Dancalia, epopea soprattutto italiana. Seguono capitoli di dettaglio su alcuni aspetti fondamentali del paesaggio geologico e geomorfologico della Dancalia, compresi capitoli sul vulcanismo subacqueo e sui depositi lacustri del Quaternario, nonché una serie di capitoli dedicati interamente ai geositi più significativi dell’area, dove sono illustrate con cura bellezze e particolarità geologiche.
Questo vero e proprio paradiso dei vulcanologi, una regione dove uno specialista o anche un semplice appassionato, può appagare la sua sete di curiosità e il piacere di scoprire cose assolutamente uniche, è ora quindi raccontato e condensato in questo libro, a generare stupore, curiosità, voglia di avventura e di conoscenza. Una regione del nostro pianeta dove la bellezza aspra del paesaggio si combina con gli straordinari eventi geologici che vi stanno accadendo.
La spaccatura e la frammentazione del continente africano nella regione dancala, causati dal processo di risalita e decompressione del mantello terrestre, sono i principali responsabili della formazione del magma che alimenta una elevato numero di vulcani molti dei quali attivi. Le attrazioni di interesse vulcanico, paesaggistico e scientifico sono numerose e ben visibili grazie al clima arido e alla scarsità di vegetazione. L’Erta Ale offre laghi di lava in costante attività, mentre le piscine geotermali di Dallòl sono note per i loro incredibili cromatismi e i movimenti caratteristici. Si osservano inoltre colate di ossidiana e basalto, diverse tipologie di edifici, strutture vulcaniche e faglie tettoniche affioranti. Questi elementi rendono la zona particolarmente interessante dal punto di vista geologico e naturalistico, attirando studiosi e appassionati del settore. I laghi di lava dell’Erta Ale, situati sulla cima di una lunga catena di vulcani a scudo, sono un elemento distintivo di questa regione. La lava, che ribolle e gorgoglia costantemente all’interno dei crateri, funge da fonte continua per la formazione di sottilissime fibre di vetro. Queste fibre, sollevate dai moti convettivi dell’aria calda, ricadono nell’area circostante, creando uno strato uniforme di lana di vetro naturale. Di notte, la luce del lago di lava si riflette sui fumi che salgono dalla bocca vulcanica, illuminando l’ambiente della caldera. Le manifestazioni vulcaniche di questa regione sono affiancate da un altro elemento: la Dancalia fu in passato occupata da un ampio golfo marino proveniente dal Mar Rosso meridionale. In quell’epoca si verificarono numerose eruzioni in acque poco profonde, formando strutture particolari su cui sorsero piccoli atolli corallini: l’unicità della Dancalia è che, mentre su scala planetaria queste strutture non sono visibili, perché situate al di sotto del livello del mare, in questa regione oggi invece esse sono esposte perché l’acqua del mare è evaporata e l’erosione ha iniziato ad intaccarle esponendone la struttura interna. I temi vulcanologici e geotermali sono illustrati in modo chiaro anche per i non esperti. La sezione sulla storia dei laghi di lava dell’Erta Ale è particolarmente preziosa, con osservazioni e immagini raccolte dall’autore in oltre venti spedizioni negli ultimi trent’anni. E come ogni guida che si rispetti vengono fornite al lettore indicazioni necessarie per poter accedere, in sicurezza, a siti caratterizzati da insidie che, in taluni casi, potrebbero non essere facilmente percepibili da esploratori non esperti di vulcani.
Luca Lupi

Esploratore, divulgatore scientifico, ricercatore storico-geografico è considerato il massimo esperto multidisciplinare della regione della Dancalia. Tra i volumi più significativi vi sono la guida Vulcani (Arnoldo Mondadori, 1999), tradotta in 4 lingue, Vulcani. Origine, evoluzione, storie e segreti delle montagne di fuoco e Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della Terra (Silvana editoriale, 2016). Per Tagete Edizioni dirige la collana Explora, pubblicando libri monografici patrocinati dalla Società Geografica Italiana tra i quali due imponenti volumi Dancalia, L’esplorazione dell’Afar, un’avventura italiana (in coedizione con l’Istituto Geografico Militare, 2009). È autore di articoli dedicati alla geologia della Dancalia, alla storia delle esplorazioni della regione e anche alla popolazione Afar. Nel 2014 coordina il gruppo scientifico dell’Istituto Storico Lucchese per la realizzazione della grande monografia in due volumi Carlo Piaggia e le sue esplorazioni africane (1851-1882). È stato protagonista in vari documentari dedicati alla Dancalia girati per la trasmissione Geo della RAI. Nel 2012, per le lunghe ricerche effettuate sulla Dancalia, è premiato con la medaglia d’argento della Società Geografica Italiana, il più significativo riconoscimento italiano in questo campo per il miglior lavoro di ricerca e divulgazione della materia geografica, storica e scientifica. Nel 2022 è stato nominato “Socio Corrispondente“ della stessa società. Nel 2023 è stato nominato Accademico Ordinario dell’Accademia delle Scienze di Siena e Socio Ordinario della Società Toscana di Scienze Naturali.
Approfondimenti
L’incredibile sito geologico di Dallòl
The red sea: birth of an ocean
Il libro in video
Una nota sulla collana “Geoitinerari”
La Società Geologica Italiana ETS (SGI) è la più antica e rappresentativa associazione scientifica italiana nel campo delle geoscienze. La SGI si adopera, fin dalla sua nascita, nel 1881, per il progresso, la promozione e la diffusione delle conoscenze geologiche nei loro aspetti teorici e applicativi. Le pubblicazioni della SGI sono classicamente di tipo scientifico ed essenzialmente rivolte ad un pubblico di esperti o di addetti ai lavo-ri di tipo geologico. Recentemente, nel 2020, la SGI ha dato vita ad una nuova rivista, “Geologicamente” , un magazine di attualità nel campo della geologia rivolto al grande pubblico e non più ai soli esperti della materia. Per quanto riguarda la conoscenza del territorio, la SGI pubblica, da oltre 40 anni, le Guide Geologiche Regionali, una collana che conduce alla conoscenza della geologia del territorio italiano attraverso itinerari ben descritti e documentati, molto utili a studenti e docenti ma, ancora una volta, rivolta a persone già piuttosto dentro la materia, con un linguaggio non sempre facilmente digeribile da parte dei non esperti.
Da qui è nata l’idea di realizzare delle guide geologiche, Geoitinerari, con taglio diverso, comprensibile anche ai non esperti e, per quanto possibile, non limitati al solo territorio italiano. La Geologia è fantastica, variegata, ci spiega come funziona il nostro pianeta, la nostra unica casa, e vale la pena farla conoscere. Da molti anni la geologia è pressoché assente dalle scuole superiori e questo porta ad una disastrosa mancanza della sua conoscenza. E questo è paradossale, in un paese con una fantastica geodiversità, – e divulgarne la conoscenza è una delle missioni principali di Sigea APS – ma anche soggetto a frane, alluvioni, terremoti ed eruzioni vulcaniche senza considerare gli effetti dei cambiamenti climatici. È necessario rendere i cittadini più consapevoli del territorio e delle sue dinamiche e la SGI intende fermamente contribuire a questo scopo. La geologia non ha confini e i geologi italiani, con la curiosità che spesso li accompagna, sono da sempre impegnati a svolgere ricerche scientifiche e vere e proprie esplorazioni, anche in territori esteri: dall’Europa all’America latina, dall’Africa all’Himalaya fino all’Antartide, per citare solo alcune delle mete di ricerca più note. La SGI riflette questa ricchezza di interessi e, da oltre quindici anni, è attiva all’interno della SGI una sezione dedicata alla Geologia Himalayana e, addirittura una dedicata alla Geologia Planetaria. È questa la curiosità, questa innata voglia di esplorare, di conoscere, di andare oltre hanno finalmente spinto a trovare l’opportunità di dare vita alla collana dei Geoitinerari, di cui questo volume è capostipite e prototipo.
