
a cura di Giacomo Milazzo

Premessa
Le frane e gli altri movimenti gravitativi di versante sono fenomeni naturali contraddistinti da meccanismi genetici e stadi evolutivi diversi, la cui comprensione non è sempre semplice né immediata. Quando interagiscono con strutture e insediamenti umani, le frane possono essere molto pericolose per la loro potenzialità distruttiva, che talora può assumere un carattere catastrofico. Esiste una copiosa letteratura su questi fenomeni, la quale, tuttavia, non è sempre univoca, soprattutto per quanto concerne le diverse classificazioni basate, di volta in volta, sulla tipologia dei movimenti, sulla loro velocità, sulle caratteristiche litologiche, geotecniche e idrogeologiche delle masse mobilitate e sul loro stato di attività. Lo stesso si può affermare per le rappresentazioni cartografiche delle forme indotte da questi fenomeni, le quali possono variare notevolmente in base alla scala del rilevamento, alle evidenze di terreno prese in considerazione e ai diversi schemi di legenda utilizzati. Le motivazioni che ci hanno spinto a redigere un libro sulla geomorfologia delle frane sono molteplici, prima tra tutte la ferma convinzione che una corretta comprensione di questi fenomeni non può prescindere da un approfondito rilevamento di terreno, che potrà essere supportato e integrato efficacemente sia da tecniche di telerilevamento (come l’interpretazione di foto aeree e immagini satellitari) da eseguire prima, durante e al termine delle attività di terreno, sia da rilievi strumentali di tipo geodetico-topografico e posizionamento satellitare, particolarmente utili quando è necessario rappresentare le frane a grande scala oppure monitorarne l’attività per fini conoscitivi o di allarme. Un altro obiettivo che ci siamo proposti è stato quello di fornire una serie di indicazioni pratiche e suggerimenti utili da adottare durante le attività di rilevamento. Il riconoscimento sul terreno della presenza o meno di un fenomeno franoso è un’operazione delicata e impegnativa, dato che non sempre le evidenze di terreno sono chiare e riconoscibili. Ad esempio, nei litotipi di natura argillosa i processi erosivi e/o l’intensa attività agricola tendono a obliterare quei morfotipi specifici che caratterizzano le frane. In queste situazioni è fondamentale rilevare sulla vegetazione e sulle strutture antropiche gli indicatori che documentano indirettamente la presenza di movimenti gravitativi. L’individuazione di tali movimenti è, oltretutto, particolarmente delicata quando si rende necessaria la precisa perimetrazione della parte di versante interessata, considerando le possibili conseguenze di errori su persone e beni. Pertanto, è di fondamentale importanza che il rilevamento sia eseguito in maniera sistematica e scrupolosa, cercando il più possibile di evitare interpretazioni affrettate basate su ipotesi precostituite. Inoltre, si deve prestare la massima attenzione ai casi di convergenza geomorfologica, in cui forme simili sono generate da processi morfogenetici differenti. Questi aspetti devono essere tenuti in debita considerazione quando il rilevamento delle frane si basa soprattutto su osservazioni a distanza da punti panoramici, sull’utilizzo della tecnica del telerilevamento di immagini satellitari e sull’analisi di DTM ad alta risoluzione.
Solo raramente si può osservare lo stato di attività dei movimenti gravitativi sul terreno, dato che, al momento del rilevamento, la maggior parte degli eventi di frana si sono già verificati; inoltre i movimenti lenti di fenomeni gravitativi ancora in atto spesso non sono rilevabili se non con specifiche strumentazioni di monitoraggio. Tuttavia, è possibile stabilire il tipo e lo stato di attività dei fenomeni franosi, tenendo conto del tipo di movimento e della sua evoluzione nello spazio e nel tempo, ricostruibile in base al confronto di immagini multitemporali, a indagini crono-stratigrafiche, a studi e analisi di dati d’archivio. I fenomeni franosi sono strettamente legati al contesto geomorfologico dell’area in cui si verificano. Di conseguenza, non ha senso cartografare le loro forme, sia pure con grande dettaglio, senza inserirle in un ambito più vasto all’interno del quale siano presenti condizioni e processi morfogenetici significativi ai fini della loro genesi ed evoluzione. Quest’area deve essere oggetto di una cartografia geomorfologica completa, realizzata alla stessa scala di quella impiegata per la rappresentazione delle frane. È inoltre indispensabile che, per l’area investigata, sia disponibile una cartografia geologica del substrato e dei depositi superficiali con lo stesso dettaglio di quella geomorfologica. Tale cartografia dovrebbe essere corredata di dati geotecnici e geoidrologici via via più numerosi e approfonditi con l’aumentare della scala, alla cui produzione possono partecipare altre figure professionali specializzate. I documenti cartografici così prodotti, integrati con le informazioni contenute nel database geomorfologico associato, possono rivestire un ruolo fondamentale nella scelta delle aree da urbanizzare, dei tracciati stradali e ferroviari, nonché nell’individuazione dei siti più idonei per la realizzazione di grandi opere d’ingegneria.
Recensione
Il volume offre un’analisi dettagliata delle forme di versante dovute alla gravità con un approccio geomorfologico, riservando una particolare attenzione alla loro interpretazione morfogenetica e morfoevolutiva, al rilevamento geomorfologico di terreno e alla loro rappresentazione cartografica a diverse scale di dettaglio.
Gli Autori espongono in modo chiaro e approfondito, con un orientamento applicativo, le metodologie e le tecniche del rilevamento geomorfologico di terreno, sottolineandone l’importanza per una corretta modellazione dei fenomeni franosi. In presenza di movimenti gravitativi contraddistinti da cinematiche complesse e articolate, il rilevamento di terreno può essere integrato con rilievi tecnici strumentali, indagini e prove in situ. Questi strumenti e metodi di misurazione, comunemente utilizzati in ambito geomorfologico, sono descritti con precisione in alcuni capitoli del libro, offrendo un’utile guida per il lettore.
Il testo è suddiviso in sei capitoli e un’appendice ed è corredato da immagini, disegni originali, elaborazioni digitali, schemi e diagrammi a blocco relativi alla cinematica di diverse tipologie di fenomeni franosi. Tali risorse visive facilitano la comprensione dei concetti trattati, rendendo il libro accessibile e utile sia ai professionisti del settore sia agli studenti. Ogni sezione è inoltre arricchita da esempi e suggerimenti pratici, che ne aumentano il valore come strumento di apprendimento e riferimento.
Nei primi due capitoli, gli Autori presentano una classificazione dei movimenti gravitativi, suddividendoli in tre categorie principali: frane s.s., movimenti superficiali diffusi e deformazioni gravitative profonde di versante. Vengono poi affrontate alcune considerazioni concettuali relative allo stato di attività dei movimenti gravitativi, un aspetto cruciale per una corretta rappresentazione cartografica dei fenomeni. In seguito, il libro esplora il tema della mitigazione del rischio di frana, descrivendo i più comuni interventi strutturali di difesa attiva e passiva da adottare per specifiche tipologie di frane. Inoltre, sono trattati accuratamente i caratteri diagnostici dei diversi tipi di frane da considerare nel rilevamento geomorfologico di terreno.
Nel terzo e quarto capitolo sono esposte le più comuni tecniche di telerilevamento e le varie indagini tecnico-strumentali utilizzate in geomorfologia per la definizione quantitativa di parametri utili al monitoraggio e alla modellazione delle frane.
Il quinto capitolo descrive una metodologia sperimentale innovativa di cartografia geomorfologica a grande scala, orientata a fini geo-applicativi.
Infine, l’ultimo capitolo evidenzia l’importanza della cartografia geomorfologica per la valutazione della suscettibilità di frana ai fini della mitigazione del rischio.
L’appendice del libro, contiene la simbologia della legenda della Carta Geomorfologica d’Italia (ISPRA–Servizio Geologico d’Italia, 2021) per la rappresentazione cartografica dei movimenti gravitativi, integrata con esempi cartografici realizzati in differenti ambienti territoriali.
Il libro si rivolge agli studenti dei corsi universitari in Scienze Geologiche, Naturali e Ambientali di primo e secondo livello, ai laureati che si apprestano a sostenere l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di Geologo, nonché ai professionisti e dipendenti pubblici e privati che, a vario titolo, affrontano le problematiche connesse alla gestione e pianificazione del territorio.
Geologo presso l’ISPRA–Servizio geologico d’Italia. Da oltre vent’anni Maurizio D’Orefice opera nel campo del rilevamento e della cartografia geomorfologica. È coautore della Guida al rilevamento della Carta Geomorfologica d’Italia 1:50.000 e della Guida al censimento dei fenomeni franosi ed alla loro archiviazione. Attualmente è membro del Gruppo di lavoro congiunto ISPRA-AIGeo, recentemente istituito per la revisione delle Linee guida per la cartografia geomorfologica nazionale (progetto CARG), e del Collegio dei Docenti del Dottorato in Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. È autore di numerosi articoli scientifici, pubblicati su riviste nazionali ed internazionali.
Laureato con lode in Scienze Geologiche presso l’Università di Roma la Sapienza, iscritto nell’Ordine dei Geologi del Lazio dal 1980, ha svolto attività professionale nel campo della aerofotogrammetria, rilevamento geotopografico e fotointerpretazione geologica sino al 1989.
Dal 1989 al 2019, assunto come geologo del Servizio Geologico d’Italia, ha maturato una lunga esperienza nel rilevamento geomorfologico, cartografia geo-tematica e aerofotogeologia. In quest’ambito ha realizzato e coordinato diversi Fogli geomorfologici ufficiali alla scala 1:50.000 e diversi saggi di cartografia geomorfologica, a differenti scale di rappresentazione, in vari contesti ambientali del territorio nazionale.
È stato coautore sia della prima Guida al rilevamento della Carta Geomorfologica d’Italia alla scala 1:50.000 (Quaderno 4 del Serv. Geol. It., 1994) sia del successivo aggiornamento e revisione realizzato da una apposita Commissione di geomorfologia (Quaderno 13 del Serv. Geol. It., 2018). Nell’ambito dei propri incarichi di servizio ha svolto attività di consulenza per Enti pubblici e locali, Autorità giudiziaria e Forze dell’ordine partecipando a gruppi di lavoro in qualità di esperto in geomorfologia e foto interpretazione.
È stato membro della Commissione per gli Esami di Stato per l’abilitazione alla professione di Geologo presso le Università di Roma “La Sapienza” e di “Roma Tre”. Ha svolto lezioni, seminari e corsi di specializzazione in geomorfologia presso diverse università italiane e corsi di fotointerpretazione forense su invito di Ordini professionali e Società private.
È autore di numerosi articoli scientifici pubblicati su riviste nazionali ed internazionali. Ha realizzato un libro dedicato al rilevamento geomorfologico e cartografia e redatto alcuni capitoli, riservati alla fotointerpretazione e geomorfologia, inseriti in due differenti libri di Geologia forense.
Francesco Dramis, già professore ordinario di geomorfologia presso l’Università degli Studi di “Roma Tre”, è stato presidente dell’Associazione italiana di geografia fisica e geomorfologia, membro dell’executive committee di associazioni scientifiche internazionali, responsabile di numerosi progetti di ricerca e organizzatore di congressi scientifici in Italia e all’estero. È stato nominato professor honoris causa all’Università di Bucarest ed è tuttora membro dell’editorial board di riviste scientifiche internazionali. È autore di oltre 300 pubblicazioni.
